mercoledì 11 gennaio 2012

L'albero davanti alla finestra




L'albero davanti alla mia finestra.
Ce ne sono altri, nel nostro giardino, ma questo è "il nostro albero".
Ci accompagna attraverso tutte le stagioni,
da ventiquattro anni.
E non so nemmeno il suo nome.

Valerio Nassi

Per questo canto il giorno e la luna




…e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.

Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna

Pablo Neruda

Sei la mia schiavitù



Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro

Nazim Hikmet

Gli Uomini-porta



Quando costeggi i muri
trovi un giorno degli uomini-porta
uomini-finestra
attraverso i quali vedi il mondo
il paesaggio e gli altri uomini
... così a volte all'infinito
Mettendoti dietro di loro
finirai per seguire
senza saperlo un cammino
in fondo al quale pure tu
forse ti aprirai

Jean-Pierre Lemaire

IL VIAGGIO DEI MAGI


“Fu un freddo avvento per noi,
Proprio il tempo peggiore dell’anno
Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo:
Le vie fangose e la stagione rigida,
Nel cuore dell’inverno.”
E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili,
Sdraiati nella neve che si scioglie.
Vi furono momenti che noi rimpiangemmo
I palazzi d’estate sui pendii, le terrazze,
E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.
Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
E disertavano, e volevano donne e liquori,
E i fuochi notturni s’estinguevano, mancavano ricoveri,
E le città ostili e i paesi nemici
Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:
Ore difficili avemmo.
Preferimmo alla fine viaggiare di notte,
Dormendo solo a tratti,
Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
Che questo era tutta follia.

Poi all’alba giungemmo a una valle più tepida,
Umida, sotto la linea della neve, odorante di vegetazione;
Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,
E tre alberi contro il cielo basso,
E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
Poi arrivammo a una taverna con l’architrave coperta di pampini,
Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d’argento,
E piedi davano calci agli otri vuoti.
Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto
Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.

Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
E lo farei di nuovo, ma considerate
Questo considerate
Questo: ci trascinammo per tutta quella strada
Per una Nascita o per una Morte? Vi fu una Nascita, certo,
Ne avemmo prova e non avemmo dubbio. Avevo visto nascita e morte,
Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
Come un’aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte.
Tornammo ai nostri luoghi non più tranquilli, nelle antiche leggi,
Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
Io sarei lieto di un’altra morte.

Thomas S. Eliot