Ma i versi significano così poco, quando li si scrive in troppo giovine età! Bisognerebbe aver la forza di attendere: raccogliere in sé per tutta una vita.
Per tutta una lunga vita, possibilmente - i succhi più dolci; e solo allora, solo alla fine riusciremmo a scrivere non più di dieci righe di poesia.
Perché i versi non sono - come tutti ritengono - sentimenti. Di questi si giunge rapidi a un precoce possesso. I versi sono esperienze. Per scriverne anche uno soltanto, occorre aver veduto molte città, molti uomini, molte cose.
Occorre conoscere a fondo gli animali. Sentire il volo degli uccelli; sapere i gesti dei piccoli fiori quando si schiudono all'alba.
Occorre poter ripensare a sentieri dispersi in contrade sconosciute; a incontri inattesi; a partenze a lungo presentite imminenti; a lontani tempi di infanzia ravvolti tutt'ora nel mistero; al padre e alla madre, che eravamo costretti a ferire, quando ci porgevano una gioia incompresa da noi perché fatta per altri; alle malattie di puerizia, che così stranamente si manifestavano, con tante e così profonde e gravi metamorfosi; a giorni trascorsi in stanze silenziose e raccolte; a mattini sulla riva del mare; al mare; a tutti gli oceani; a notti di viaggio che scorrevano altissime via, volando sonore con tutte le stelle.
E non basta. Occorre poter ricordare molte notti d'amore, sofferte e godute: e l'una, dall'altra, diversa; grida di partorienti; lievi e bianche puerpere che risarcivano in sonno la ferita. Occorre aver assistito dei moribondi, aver vegliato lunghe ore accanto ai morti, nelle camere ardenti, con le finestre chiuse e i rumori che v'entrano a flutti. E anche ricordare non basta.
Occorre saper dimenticarli i ricordi, quando siano numerosi; possedere la grande pazienza d'attendere che ritornino. Perché i ricordi, in sé, non sono ancora poesia. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo, gesto; quando non hanno più nome e più non si distinguono dall'essere nostro - solo allora può avvenire che in un attimo purissimo di grazia dal loro folto prorompa e si levi la prima parola di un verso.
Rainer Maria Rilke, da I quaderni di Malte Laurids Brigge
martedì 31 maggio 2011
giovedì 19 maggio 2011
William Wallace
"...Siete venuti a combattere da uomini liberi e uomini liberi siete Senza libertà cosa farete? Combatterete? Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po'... Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l'occasione, solo un'altra occasione, di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma che non ci toglieranno mai la libertà"
La Rocca
Vedo la Rocca
Avvicinarsi. Forse darà risposta a tutti i nostri dubbi.
La Rocca. Colei che veglia. La Straniera.
Colei che ha visto cosa è accaduto.
da "Cori da La Rocca"
Avvicinarsi. Forse darà risposta a tutti i nostri dubbi.
La Rocca. Colei che veglia. La Straniera.
Colei che ha visto cosa è accaduto.
da "Cori da La Rocca"
Venti secoli
Dov'è la Vita che abbiamo perduto vivendo?
Dov'è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?
Dov'è la sapienza che abbiamo perduto
nell'informazione?
I cicli del Cielo in venti secoli
...Ci portano più lontani da DIO e più vicini alla Polvere.
da "I cori da La Rocca"
Dov'è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?
Dov'è la sapienza che abbiamo perduto
nell'informazione?
I cicli del Cielo in venti secoli
...Ci portano più lontani da DIO e più vicini alla Polvere.
da "I cori da La Rocca"
Conoscenza
Conoscenza del linguaggio, ma non del silenzio;
Conoscenza delle parole, e ignoranza del Verbo.
Tutta la nostra conoscenza ci porta più vicini alla nostra ignoranza,
Tutta la nostra ignoranza ci porta più vicino all morte.
Ma più vicino alla morte non più vicini a Dio.
da "I cori da La Rocca"
Conoscenza delle parole, e ignoranza del Verbo.
Tutta la nostra conoscenza ci porta più vicini alla nostra ignoranza,
Tutta la nostra ignoranza ci porta più vicino all morte.
Ma più vicino alla morte non più vicini a Dio.
da "I cori da La Rocca"
Dove le travi sono marcite, costruiremo con nuovo legname
In luoghi abbandonati
Noi costruiremo con mattoni nuovi
Vi sono mani e macchine
E argilla per nuovi mattoni
E calce per nuova calcina
Dove mattoni sono caduti
Costruiremo con pietra nuova
Dove le travi sono marcite
Costruiremo con nuovo legname
Dove parole non sono pronunciate
Costruiremo con nuovo linguaggio
C'è un lavoro comune
Una Chiesa per tutti
E un impiego per ciascuno
Ognuno al suo lavoro.
da "Cori da La Rocca"
.
Noi costruiremo con mattoni nuovi
Vi sono mani e macchine
E argilla per nuovi mattoni
E calce per nuova calcina
Dove mattoni sono caduti
Costruiremo con pietra nuova
Dove le travi sono marcite
Costruiremo con nuovo legname
Dove parole non sono pronunciate
Costruiremo con nuovo linguaggio
C'è un lavoro comune
Una Chiesa per tutti
E un impiego per ciascuno
Ognuno al suo lavoro.
da "Cori da La Rocca"
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